20130817

[Novel] Rairaku Rei -「K」Side:Red pag 314-321 - traduzione



Secondo post-traduzione per una novel (*ノωノ) Anche stavolta è una delle mie preferite, spero di trovare il tempo di tradurre qualche altro pezzetto. Estratto dedicato a Kusanagi perché l'avevo tradotto per regalarlo ad un'amica che stravede per questo personaggio. Enjoy ★




K SIDE:RED
cap. Il Re Rosso (pag 314-321)



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Autore: Rairaku Rei (GoRA)
(traduzione: 9*7)






La sfera di fuoco emanata dall’accendino di Kusanagi assalì Shiotsu come una belva che balza sulla sua preda. Poco prima di venire inghiottito dalle fiamme, Shiotsu aumentò l’intensità della luce azzurra che ricopriva la sua spada. La lama passò attraverso la sfera di fuoco tagliandola in due. L’agglomerato rosso di fiamme ardenti e la lama rivestita di luce azzurra si scontrarono compensandosi a vicenda.
Lanciandosi nel tentativo di sopraffare la sfera di fuoco, Shiotsu affondò la spada calciando forte il terreno e nell’aria rimase impressa una traccia di luce azzurra. Kusanagi lo evitò con un leggero balzo all’indietro e cercò di colpire con un calcio Shiotsu al ventre, lì dove era rimasto privo di difese. Ma Shiotsu schivò il colpo e con lo stesso vigore fece schizzare la spada dal basso verso l’alto in traiettoria diagonale. Kusanagi inarcò la schiena all’indietro e riuscì a evitarla per un soffio. Mentre avvertiva la frangia spostarsi a causa dello spostamento d’aria causato dalla lama, sputò la sigaretta che si era acceso e balzò in direzione di Shiotsu.
In un attimo, davanti agli occhi di quest’ultimo, il fuoco sprigionato dalla sigaretta si erse in una gigantesca sfera infuocata e lo inghiottì. Riscaldato dalla fiamma che aveva evocato lui stesso, Kusanagi inarcò la schiena e, mantenendo vivo il calore emesso dal suo corpo, si issò con una mano sul pavimento e saltò all’indietro con una capriola.
Gliel’ho fatta.
Ma non appena questo pensiero gratificante gli attraversò la mente, Shiotsu balzò fuori dalla sfera di fuoco che lo aveva inghiottito diretto verso di lui.
Non lo fece per sfuggire alle fiamme. Nonostante stesse venendo bruciato vivo il suo pensiero andò solo a Kusanagi e a muovere la spada che teneva in mano. La reazione di Kusanagi ritardò di qualche secondo.
Malgrado la pelle bruciata dal fuoco appiccato sulla sua divisa blu, Shiotsu mantenne un’espressione impassibile e affondò la spada. La punta fece un taglio sul braccio che Kusanagi aveva usato per proteggersi, schizzando sangue.
Con il viso contratto in una smorfia, Kusanagi indietreggiò assicurandosi una distanza notevole.
Anche Shiotsu, con il corpo ancora tormentato dalle fiamme, non aveva nessuna intenzione di restringere lo spazio che li divideva. Nel frattempo, intensificò la luce blu che lo ricopriva.
Con un forte sibilo, le fiamme sulla divisa azzurra di Shiotsu si estinsero. Era l’effetto della barriera eretta da uno dei clansman blu, dotato del potere dell’ordine e del controllo. Circondando il suo corpo con la barriera azzurra era riuscito a spegnere il fuoco del clansman rosso.
Tuttavia, Shiotsu era rimasto notevolmente provato dall’attacco. La sua divisa azzurra riportava bruciature nere e sulla pelle scoperta si erano formate abrasioni rosso scuro. Eppure Shiotsu, senza battere ciglio, languido e con un’espressione che denotava seccatura, pensava soltanto a muovere la sua spada.
Kusanagi contrasse il volto lasciando trapelare un sorriso amaro.
“Aah, sembravi uno senza spirito di giustizia né voglia di combattere, pensavo di andarci piano con te ed ecco che invece mi trovo davanti un tipo forte.”
“Solo perché mi pagano” disse Shiotsu, con il suo solito tono privo di qualsiasi entusiasmo.
“Quindi sei uno di quei mercenari che lavora solo in base al compenso che gli danno?” rise Kusanagi ironico. “Mi sbaglio? Ormai per te persino pensare non è altro che una seccatura!”
Le sopracciglia di Shiotsu si mossero seppur di poco.
“Sei arrivato al punto che non hai più voglia di pensare a niente. Saranno dieci anni che hai smesso muovere il cervello e agisci solo per abitudine, non è così?”
Si accorse improvvisamente che le sue erano parole di provocazione e si sorprese di averle dette: quando doveva provocare l’avversario era solito provocarlo secondo un piano preciso, non facendosi sfuggire le parole in quel modo. Nonostante questo, proseguì.
“Ormai sei pienamente stufo del tuo lavoro. Pensi che sia assurdo. Ma nonostante tutto, non fai che reprimere pensieri e sentimenti e muovi il corpo, come un robot.”
“Sbraiti persino nel mezzo di una lotta…”
Shiotsu strinse gli occhi rivolgendo a Kusanagi uno sguardo carico d’odio. Kusanagi ricambiò.
“Dipendevi da un Re in tutto e per tutto e quando infine è venuto a mancare anche tu hai smesso di pensare con la tua testa!”
Nell’istante in cui pronunciò queste parole di scherno, la distanza che lo separava da Shiotsu e che pensava fosse enorme si assottigliò di colpo. La spada di Shiotsu lo raggiunse senza indugi.
Diversamente dagli attacchi meccanici subiti fino a quel momento, l’affondo di stavolta era carico di rabbia. Kusanagi evitò il colpo e rivolse il suo accendino in direzione di Shiotsu. Attaccò con una sfera infuocata, rapida al pari di un proiettile, ma Shiotsu ne dispose con la sua spada. Una seconda sfera, una terza. La quarta si tramutò in una fiammata come provenisse da un lanciafiamme.
Shiotsu alzò la spada e usando la lama come perno centrale formò un campo di forza azzurro tutto attorno. Spezzò le fiamme come un masso interromperebbe il fluire di un fiume.
Kusanagi voltò di lato la mano che reggeva l’accendino-lanciafiamme. L’impetuosa corrente di fuoco si fece più sottile, trasformandosi in un sinuoso serpente infuocato che, raggiunta la lama di Shiotsu, si divise in due. I serpenti si staccarono allora dall’accendino e avvolsero il corpo di Shiotsu alla pari di due esseri viventi dotati di una propria coscienza. Questi roteò la spada e, tagliò uno dei nervi infuocati con maestria. Ma l’altro serpente, ondeggiando in modo irregolare quasi volesse canzonarlo, una volta evitato l’affondo mirò al corpo del suo autore. Recidendo l’inafferrabile e tortuoso serpente di fuoco, strappò da esso anche la coscienza. Il combattimento non durò che pochi secondi, ma nel momento in cui tagliò il serpente e l’impatto tra il suo campo di forza azzurro e le fiamme estinse il fuoco, Shiotsu rimase scoperto e venne colpito da una sfera infuocata veloce quanto un proiettile.
La forza incendiaria di stavolta era persino più potente della precedente. Shiotsu cadde a terra senza nemmeno un gemito.
“E resta giù” disse Kusanagi con tono penoso, guardando in basso il corpo annerito di Shiotsu. “Hai lavorato per guadagnarti il tuo stipendio, ora non metterti in mezzo. Non siamo venuti qui per combattere con te e i tuoi colleghi!”
Kuku, sentì ridere sommessamente ai suoi piedi.
Kusanagi aggrottò le sopraciglia e lanciò uno sguardo al proprietario della voce. Shiotsu se ne stava inerte a terra con il corpo bruciato e logoro.
Poi alzò il viso.
Sul suo volto di vecchio indolente, comparve un sorriso raccapricciante. I suoi occhi brillavano in maniera grottesca e fissavano Kusanagi.
“Aah, era un pezzo che non sentivo un dolore del genere… Dieci anni fa devo aver provato lo stesso identico dolore…“
Le confessioni risparmiatele per qualcun altro.”
Alla fredda risposta di Kusanagi, Shiotsu sollevò gli angoli della bocca in un sorriso provocatorio.
“Tu hai paura, non è vero?”
Sentendo quelle parole inaspettate, Kusanagi contrasse il viso perplesso.
“…E di cosa?”
“Hai paura che un giorno potresti diventare come me, non è così?”
Senza pensarci, Kusanagi trattenne il respiro. Voleva quasi rimproverarsi per essersi lasciato sfuggire una reazione così facile da interpretare e che per tanto tempo era rimasta sopita dentro il suo cuore.
Sembra che la causa sia stata la forza del precedente Re Rosso.
Si ricordò di quando aveva parlato con Suoh della faccenda del Kagutsu Crater, formatosi per via dell’imprudenza del precedente Re Rosso e in seguito alla caduta della sua Spada di Damocle.
Tks, rispose Suoh con l’aria di chi non è per niente interessato.
Tuttavia, Kusanagi si era accorto che gli occhi del suo Re fissavano un punto distante come pervasi da un qualche desiderio ardente.
Vuoi andarci? Kusanagi non diede voce a quel pensiero che rimase latente dentro al suo cuore.
Una bomba sul punto di esplodere.
Sin dal periodo in cui Suoh non era ancora Re, era questa l’impressione che Kusanagi aveva dell’amico.
All’epoca in cui Suoh era ancora un semplice essere umano, aveva provato indignazione per lui che agiva in modo sconsiderato e si ricopriva di ferite. Probabilmente, tra la rabbia provata allora, si era infine mescolato anche quel senso di colpa per aver appoggiato Totsuka a chiamare Suoh con l’appellativo di Re.
Quella volta, Suoh aveva scrutato la sua rabbia con un sorriso amaro.
Ormai a Kusanagi non capita più di avercela seriamente con lui.
Un bagliore azzurro.
Nel momento in cui se ne rese conto, la spada di Shiotsu, che nel frattempo si era alzato di scatto, raggiunse la sua spalla. La distrazione costò cara a Kusanagi, che si ritrovò la lama dell’avversario conficcata piuttosto a fondo.
Il dolore lancinante che si propagò dalla spalla lo costrinse a serrare i denti. Un attimo dopo cominciò a sanguinare.
Per qualche strano motivo quel dolore bollente gli rinfrescò le idee.
Senza nemmeno coprirsi la ferita, senza accorciare quella distanza, fece schioccare la lingua e alzò irruentemente una gamba. La punta del piede colpì direttamente Shiotsu al polso che reggeva la spada e sentì chiaramente di avergli frantumato l’osso. La spada schizzò via.
Kusanagi portò di lato la gamba senza abbassarla e con il tallone colpì Shiotsu alla tempia. Questi cadde a terra supino e Kusanagi gli calpestò il torace. Poi, come se gli puntasse contro la bocca di un fucile, avvicinò l’accendino alla sua testa. Intanto, la spada volata via dalla mano di Shiotsu si era conficcata nel muro con un suono sordo.
Il sangue che sgorgava dalla spalla, tingeva lentamente di rosso la maglietta di Kusanagi.
Entrambi inspirarono a fondo. Sopportando il dolore che si propagava ogni istante di più, si squadravano a vicenda, in silenzio.
Ormai l’austerità dal volto di Shiotsu era scomparsa. Rilassò il corpo, come a comunicae che aveva perso ogni intenzione di combattere.
Constatandolo, Kusanagi contrasse il viso e rispose alla provocazione che Shiotsu gli aveva rivolto poco prima.
“…Non perdere tempo a fare supposizioni sul peggiore dei casi, lascia questo tipo di lavoro ai tuoi superiori.”
“Lodevole" disse Shiotsu, ma dal suo tono era difficile capire se fosse serio o ironico. “Non temere… non diventerai come me” aggiunse, socchiudendo gli occhi e scrutando Kusanagi dal basso.
La tensione era ormai completamente svanita dal suo corpo. Senza la minima ombra di ambizione sembrava ancora più vecchio, ma nei suoi occhi si leggeva chiaramente che mentre sopportava il dolore, provava anche sollievo.
“Ho perso.”


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